Arte

Palazzina Reale di Stupinigi

La palazzina di caccia di Stupinigi è una residenza, originariamente adibita alla pratica dell’attività venatoria, eretta per i Savoia fra il 1729 e il 1733 su progetto dell’architetto Filippo Juvarra. Il sito, facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, nel 1997 è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La palazzina è situata nella località di Stupinigi (frazione di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino, dal cui centro storico dista circa 10 chilometri.

Il Borgo Antico – Comune di Nichelino

Via del Castello, 12-14 Nichelino 10042

Il Borgo Antico è il nucleo abitativo più antico di Nichelino. Nasce intorno al Castello Occelli, un’antica casa-forte che risale al Medioevo. Oggi ha l’aspetto di una casa nobiliare circondato da un parco curatissimo. Sulla piazzetta si affacciano gli edifici antichi più importanti: le cascine, il  tribunale (primo palazzo comunale), la cappella della Beata Vergine delle Grazie, la Cantonà (dal piemontese canton che significa angolo), una fila di abitazioni che si affacciano su un unico cortile, il cui ingresso era in origine al fondo della Leja (viale alberato).

Le Cascine di Nichelino: la Vernea – Città di Nichelino

via Vernea, 40 Nichelino 10042

Il complesso della Tenuta Vernea collocato alla periferia sud est di Nichelino, è immerso in un vasto parco storico e completamente recintato da mura. Le prime testimonianze sul complesso agricolo risalgono a un documento del 1452.
La tenuta è ampliata nel 1610, quando diventa proprietà degli Umoglio, conti della Vernea e di Pramollo.
Durante la Seconda guerra mondiale la Cascina viene occupata da famiglie di sfollati, oltre ad essere requisita e utilizzata come abitazione per militari.
L’edificio, dall’aspetto esteriore rigoroso, è caratterizzato all’interno da sontuose decorazioni. L’impianto architettonico è completato dalle costruzioni

Castello Occelli – Città di Nichelino

via del Castello 11 bis, Nichelino 10042

Conosciuto anche come Villa Segre, è un’antica casa-forte che risale al Medioevo, fungendo sia da abitazione sia da edificio di difesa, dotato di torretta di avvistamento. Nel 1619 venne acquistato dall’avvocato Manfredo Occelli, nonno del più celebre conte Niccolò, feudatario di Nichelino. Con Giacomo Luigi Occelli, padre di Niccolò, la casa-forte prese i connotati della villa, regno del feudatario. Il Borgo Vecchio diventò così il cuore della futura città.
Durante la Seconda guerra mondiale, la villa fu presidio delle truppe tedesche di stanza sul territorio.
Il legame con Stupinigi è a doppio filo: oltre agli affreschi, anche i mattoni dell’ampliamento sul giardino principale sarebbero databili all’epoca delle costruzioni della Palazzina Reale e potrebbero essere stati prodotti dalla stessa fornace. Anche le geometrie di piante e siepi nel piccolo giardino antistante la facciata principale segnano un evidente rimando al giardino all’italiana della Palazzina di Stupinigi.
Oggi ha l’aspetto di una dimora nobiliare, circondata da un parco curatissimo che ospita cavalli, anatre, scoiattoli, leprotti. Attualmente di proprietà privata e visitabile esclusivamente in occasione di eventi storici/culturali organizzati in collaborazione con il Comune.

Municipio – Città di Nichelino

via del Castello 11 bis, Nichelino 10042

Era il 22 giugno 1694, quando Vittorio Amedeo II concedeva a Niccolò Manfredo Occelli la Regia Patente per l’istituzione del “Feudo di Nichilino”. Fu nel 1814 con il ritorno del Re sabaudo che vennero edificate due scuole e la nuova Casa Comunale (progettata da Amedeo Peyron).
Negli anni ’60 l’edificio, che risale ad inizio Novecento, venne sopraelevato di un piano e nell’operazione andò perduto l’originale fregio architettonico che sovrastava la facciata.

Biblioteca Maria Grazia Del Lungo Barbi – Comune di None

Piazza Michele Ghio, 2, 10060 None (TO)

Istituita a metà degli anni ’70 ed intitolata all’insegnante Maria Grazia Del Lungo Barbi, la Biblioteca di None è situata dal giugno del 2011 presso i locali dell’ex Municipio, restaurati di recente. Più di 400 metri quadrati di superficie ospitano libri, personaggi, idee. La Biblioteca possiede un patrimonio di oltre 9000 volumi continuamente incrementato dalle ultime novità librarie. I testi spaziano dai classici della letteratura, ai gialli, ai romanzi più moderni, alla narrativa per bambini e ragazzi, insieme ad una rilevante sezione saggistica.

La muntagna rus-a – Comune di None

Via Castagnole – Cascina Garabello, 10060, None (TO)

In via Castagnole, presso la Cascina Garabello, sorge un edificio chiamato ‘muntagna rus-a’. Le sue origini e funzioni sono sconosciute. Le caratteristiche fanno pensare ad un luogo di culto, ma nulla è certo.
In un tempo sorgeva in uno spazio libero da recinzioni, in parte ricoperta da terra rossastra. Da qui derivò il suo nome che significa ‘montagna rossa’.
La sua inclusione nella proprietà Garabello avvenne successivamente, con l’acquisto del terreno da parte della famiglia. Si tratta di una costruzione di mattoni rossi, oggi ridipinta, munita di campane, con scale di pietra che conducono sotto il tetto al piano superiore, dove c’è una sorta di balconcino.
La Muntagna Rusa era un luogo del paese noto. Una voce popolare lo inseriva nella dimensione misteriosa dei varchi verso l’aldilà narrando che al suo interno si aggirava l’anima inquieta di un frate.

Caduti del Mare – Comune di Orbassano

Via A. de Gasperi angolo Strada Torino, 10043, Orbassano (TO)

Simbolo in onore dei numerosi marinai di Orbassano, in ringraziamento per la loro presenza e partecipazione alla vita della Città. Il monumento stato inaugurato domenica 20 maggio 2012 ed è composto da un’ancora di considerevoli dimensioni, donata alla Città dal Ministero della Marina.

Carabinieri Caduti – Comune di Orbassano

Via Dante Alighieri angolo Via Castellazzo,10043, Orbassano (TO)

Monumento in onore dei Carabinieri caduti di Orbassano.
Inaugurato nell’ottobre 2011, costituito da una lastra di pietra raffigurante lo stemma dell’Arma dei Carabinieri.

Chiesa di San Giovanni Battista – Comune di Orbassano

P.zza Umberto I, 3, 10043, Orbassano (TO)

La chiesa di San Giovanni Battista venne ricostruita completamente nel 1896 in seguito al parziale crollo che avvenne il 4 giugno 1895 della preesistente chiesa del XVI secolo, a sua volta già eretta sui resti di un edificio religioso di epoca medievale, tesi confermata da alcuni documenti datati dal 1351 al 1450.
La chiesa fu consacrata il 23 ottobre 1897 dal vescovo di Cuneo Andrea Fiore e dal vescovo titolare di Cafarnao Giovanni Battista Bertagna.
Negli anni settanta, in ossequio alle norme postconciliari, si provvide alla realizzazione del nuovo altare rivolto verso l’assemblea

Chiesa della Confraternita di Santo Spirito – Comune di Orbassano

P.zza Umberto I, 7, 10043, Orbassano (TO)

Le confraternite sono associazioni religiose di laici che si propongono ancora oggi di esercitare la pietà, la carità e la devozione dei fedeli; esse sorsero nel Medioevo come “Fraternitates”.
La Confraternita esistente sul territorio di Orbassano è intitolata allo “Spirito Santo” e la sua chiesa è particolarmente amata dagli orbassanesi, sia per l’armonia della sua struttura, sia perché è l’unico edificio ancora integro della “vecchia Orbassano”.

Monumento ai Caduti per la libertà – Comune di Orbassano

Piazza Martiri della Libertà, 10043, Orbassano (TO)

Monumento in onore dei soldati orbassanesi caduti nella guerra 1940-1945 e dei caduti partigiani.
Costruito dalla ditta dell’Ing. Bandelloni Clito di Bruino e inaugurato nel novembre 1950 durante la giornata dell’ “Anniversario della Vittoria e festa dell’Associazione Combattenti e Reduci di Orbassano” nella Piazza della Stazione (rinominata in seguito Piazza Martiri della Libertà).
“Ai suoi figli immolati per la Patria e per la Libertà”

Monumento ai Caduti – Comune di Orbassano

Parco della Rimembranza (Via Vittorio Emanuele II / Viale Rimembranza) 10043, Orbassano (TO)

Per ricordare i soldati orbassanesi caduti nella guerra 1915-18, nel 1924 gli ex combattenti incaricarono una speciale commissione denominata “Comitato Pro Monumento ai Caduti”, a capo della quale nominarono come Presidente l’ing. Mario De Benedetti.
La raccolta dei fondi necessari venne effettuata organizzando: balli, serate danzanti, teatri e lotterie di vario genere. Si provvide poi ad acquistare il terreno necessario durante la lottizzazione del Parco “Gay di Quarti”. Livellarono il terreno, che venne ricoperto di ghiaia e si piantarono gli alberi. Infine si acquistò il granito necessario alle cave di Alzo, fraz. Di Pella (NO), nonché il bronzo ed il necessario per la modellazione e fondita, che fu eseguita dallo scultore ebraico Brunner, amico dell’ing. De Benedetti. La pregevole opera venne inaugurata il 4 novembre 1925.

Vittime del mitragliamento aereo del Trenino – Comune di Orbassano

Giardino Primo Levi/Via Dante Di Nanni, 10043, Orbassano (TO)

Monumento in ricordo dei caduti del “Trenino” vittime del mitragliamento del 9 gennaio ’45. Quel giorno alcuni aerei alleati mitragliavano il Trenino Torino – Orbassano – Giaveno, stipato di studenti e sfollati che rientravano dal lavoro, provocando numerose vittime e numerosi feriti.
La scultura scelta nel contesto di un concorso pubblico, è stata ideata dall’Artista Scultore Prof. Giuliano Romano con la collaborazione tecnica dell’Arch. Fausto Gennari ed inaugurata nell’ottobre 1995.
I nomi delle vittime sono incisi in rosso nel ricordo del sangue versato. La frase di Primo Levi, rilevata dall’Epigrafe presente ad Auschwitz , incisa sul granito, vuole essere un messaggio di speranza per le nuove generazioni e per un mondo di pace e di solidarietà senza più guerre e violenze.
“…fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai Visto qui le tracce, non dia nuovo seme né domani né mai.”

Castello di Beinasco

Piazza Vittorio Alfieri, 10092 Beinasco

Il 22 giugno 1239 Federico di Piossasco consegnò, con atto di donazione, il castello, il villaggio, il territorio e le pertinenze di Beinasco al Comune di Torino il quale, preso atto della donazione, investì del feudo di Beinasco Federico di Piossasco ed i suoi eredi, che divennero così vassalli della città. Con questo atto pubblico, la comunità di Beinasco entrò nella scena documentaria del Medioevo piemontese.
Importante simbolo di Beinasco, la porta – comunemente chiamata “torre” – rappresenta l’unica testimonianza ancora conservata della cinta muraria del castello. Stando alle fonti documentarie, si ritiene che questa cinta fosse altresì munita di ponti levatoi per consentire l’accesso al nucleo più interno della struttura e che l’attuale porta-torre non fosse l’unico accesso fortificato.
Costruita in laterizio, con apertura ad arco a sesto acuto, conserva nella parte alta le grandi caditoie difensive; nella tessitura muraria si possono identificare fasi di rimaneggiamento e ricostruzioni di epoche successive.

Porta-torre

Corso Cavour, 10092 Beinasco

Il 22 giugno 1239 Federico di Piossasco consegnò, con atto di donazione, il castello, il villaggio, il territorio e le pertinenze di Beinasco al Comune di Torino, il quale preso atto della donazione investì del feudo di Beinasco Federico di Piossasco ed i suoi eredi, che divennero così vassalli della città. Con questo atto pubblico, la comunità di Beinasco entrò nella scena documentaria del Medioevo piemontese.
Originariamente di architettura guelfa, il castello subì nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti, in conseguenza di incendi e devastazioni che lo interessarono. Della struttura originaria si possono ancora oggi ammirare sul lato verso il fiume Sangone due bifore ad arco a sesto acuto, ripartite da colonnine, sovrastate da un arco a sesto acuto decorato in terracotta. Sempre su questo fianco, attraversando Vicolo Trucchi, si trova altresì una balconata in legno che – sebbene abbia subito inevitabili interventi conservativi – si presenta oggi come in origine.
Sulla parete del castello rivolta verso Piazza Alfieri è visibile un medaglione in terracotta raffigurante un ritratto – secondo quanto oralmente tramandato – dell’imperatore romano Nerone.

Ex chiesa Santa Croce

Piazza Alfieri, Beinasco (TO)

La presenza della Confraternita di Santa Croce a Beinasco è documentata già dalla fine del XVI secolo; questa istituzione laico-religiosa, fondata sui valori di carità cristiana e mutuo soccorso, non possedeva all’epoca una chiesa propria, ma solo una cappella all’interno della chiesa parrocchiale. La prima edificazione della chiesa risale alla seconda metà del XVII secolo, ma venne ben presto demolita poiché fatiscente. Per la costruzione del nuovo edificio venne incaricato Bernardo Vittone, talentuoso architetto attivo principalmente nelle campagne e città piemontesi tra il 1730 ed il 1770, considerato uno dei maggiori esponenti del barocco piemontese.
La nuova chiesa in mattoni a vista venne terminata nell’arco di meno di un anno, nel 1750, e l’anno successivo venne edificato un campanile a pianta quadrata. La chiesa, che presenta una facciata in stile barocco, ha una superficie di circa 160 mq, è costituita da un’aula ottagonale sormontata da una volta a sei lunette, affiancata ad est da un presbiterio e da un coro rettangolari.
Già a partire dal 1765 subì numerosi rimaneggiamenti, fino al rifacimento della facciata nel 1856.
Sconsacrata negli anni ‘70, dopo diversi interventi di restauro giunge all’attuale destinazione di impiego comunale. Il 2 giugno 2021 sono stati inaugurati i recenti lavori di rifacimento della copertura.

Chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo

Via Don Paolo Bertolino 19, 10092 Beinasco

Importante centro della fede cattolica territoriale, le prime notizie che abbiamo su questa chiesa risalgono alla metà del 1300, ma la prima descrizione che ne viene fatta è del 1538, anno in cui il vescovo di Lodi ne ordinò la ricostruzione durante una visita parrocchiale poiché la considerò inadeguata.
Interessata da numerose devastazioni e ricostruzioni tra il 1630 ed il 1740, la nuova chiesa venne costruita, insieme al campanile, nel 1743 su progetto dell’architetto Giovanni Tommaso Prunotto.
Tra il 1749 ed il 1931 vennero realizzati gli apparati decorativi interni e venne collocato un grande crocifisso al di sopra dell’altare maggiore.
Presenta una pianta a croce greca conclusa da un’abside semicircolare, la facciata in mattoni è scandita verticalmente da lesene a ordini sovrapposti e termina con una trabeazione coronata da un timpano spezzato. Il corpo centrale è stato più volte trasformato nel corso dei secoli, mentre la facciata visibile oggi risale alla costruzione originaria del 1743.

Epigrafe Romana

Cortile della Chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo, via Don Paolo Bertolino 19, 10092 Beinasco.

Lapide commemorativa in marmo, delle dimensioni di 60 x 59 cm, mutila delle estremità superiore e inferiore, rinvenuta nel giardino dell’attuale canonica di San Giacomo nel 1945.
La porzione conservata riporta il tratto finale dell’onomastica della dedicataria, “TERTULLAE MATRI”, seguito dall’abbreviazione “T F I” (Testamento Fieri Iussit – “predisposto per testamento”). Il tipo di supporto, l’ottima impaginazione, il ductus delle lettere preciso e regolare, insieme ad ulteriori elementi, indicano sul piano tecnico che l’epigrafe venne prodotta da una buona bottega di lapidici professionisti.
Proprio la notevole qualità artistica degli artigiani e il pregiato materiale (marmo) indicano che il committente facesse parte di una famiglia di buon livello sociale ed economico, verosimilmente collegata ad incarichi nel territorio dell’antica Benacum. L’iconografia della leonessa con il cucciolo e motivi vegetali, presente nel frammento conservato, è nota da altri paralleli.
La stele attualmente è oggetto di studio per un approfondimento volto alla sua lettura in connessione con i paralleli provenienti da comuni limitrofi.

Affresco di Via Trucchi

Via Trucchi, 10092 Beinasco

In un documento contabile datato 1353, redatto da Cavoretto de’ Cavoretti, alla voce librate, il castellano annota una spesa di 3 sestari di frumento come compenso per il presbitero pro cappella castri servienda (per la Cappella del castello); questo dato conferma quindi la presenza di una cappella privata legata al castello di Beinasco. Oggi in Via Trucchi, sul muro che un tempo era collegato al Castello, è visibile un affresco presumibilmente legato a tale cappella privata.
Deteriorato in molte sue parti, l’affresco raffigura tre episodi di arte sacra: la fuga in Egitto, la crocifissione di Cristo e verosimilmente il martirio di San Sebastiano.
Nella porzione di sinistra, ai lati della scena in alto sono inseriti due medaglioni con i volti dei dedicanti sormontati da una scritta, entrambi parzialmente visibili e di difficile lettura.
Sulle superfici sono chiaramente visibili le tracce delle martellinature per far aggrappare l’intonaco al muro. Sono parzialmente identificabili ancora alcuni strati sovrapposti di intonacatura. L’intera composizione è inoltre interrotta in basso da una nicchia ad arco e lateralmente – a sinistra – da una nicchia più piccola probabilmente destinata ad accogliere un’immagine votiva, della quale oggi rimane esclusivamente parte del cardine della copertura lignea.

La passerella Zuin

Piazza Alfieri, Beinasco (TO)

Si tratta di un’architettura avveniristica che ritrae simbolicamente il passato di Beinasco: la probabile origine ligure e l’importanza dell’elemento della barca che consentiva di oltrepassare il Sangone.
La passerella a ciclo pedonale è lunga 80 metri; sospesa sull’alveo del Sangone, permette ai cittadini di spostarsi tra il centro di Beinasco e le zone oltre il Sangone in tutta sicurezza, evitando così l’attraversamento di Via Torino nelle ore di maggior traffico automobilistico. Intitolata ad Albano Zuin, partigiano beinaschese, trucidato dalle truppe di occupazione il 16 maggio del 1944 a Forno di Coazze, la passerella è inserita all’interno di un progetto più ampio di rivalutazione del Sangone e delle sue sponde.

Chiesa parrocchiale di Sant’Anna a Borgaretto

Via Galileo Galilei 12, 10092 Borgaretto, Beinasco

Dalle relazioni delle Visite Pastorali, si apprende che nel 1728 esisteva a Borgaretto una cappella dedicata a Sant’Anna e Santa Brigida, di forma rettangolare con un unico altare, coperta da una volta imbiancata con due finestre sui lati.
Durante la Visita Pastorale dell’ottobre del 1595 il vescovo di Torino Carlo Broglia constatò che, non essendovi edifici di culto, gli abitanti dovevano recarsi a Stupinigi o altrove per assistere alle funzioni religiose; il vescovo decise, quindi, di aggregare la comunità di Borgaretto alla parrocchia di Beinasco. Le prime notizie scritte dell’esistenza di una cappella a Borgaretto risalgono al 1728. La cappella venne ricostruita una prima volta nel 1771 e, nella sua forma attuale, nel 1891. Nel 1940 la rettoria di S. Anna fu elevata a parrocchia indipendente. Tra il 1997 e il 1999 la chiesa di Sant’Anna fu sottoposta a lavori di ristrutturazione e il 7 marzo 1999 il Cardinale Giovanni Saldarini, Arcivescovo di Torino, consacrò il nuovo altare.
Presenta una navata centrale suddivisa in cinque campate con abside semicircolare, una navatella sul lato sinistro e una cappella rettangolare a sinistra dell’area presbiteriale. La facciata è decorata da tessere a mosaico, il portone e le due finestre laterali sono sormontate da tre arcate cieche a tutto sesto realizzate in mattoni e il portone è ulteriormente decorato da una cornice interna tortile; in alto, al centro, si trova un tondo mosaicato raffigurante Sant’Anna. L’alta torre campanaria si trova a sinistra della facciata, in posizione leggermente arretrata.

Cappella di Sant’Anna

Via Rivalta angolo via Fornasio, 10092 Beinasco

Piccola cappella votiva dedicata a Sant’Anna, realizzata come unico ambiente con pianta ad aula e volta a botte, in laterizio. Oggi in disuso, ma ancora consacrata, aperta saltuariamente.
La facciata è composta da un timpano triangolare sormontato da una piccola croce al culmine, sorretto da due colonne quadrangolari che recano ancora in parte decorazione a intonaco, probabilmente in origine era dipinta; sopra l’ingresso, in corrispondenza delle due finestre laterali, è possibile scorgere due nicchie quadrangolari incassate che potevano, verosimilmente, ospitare affreschi o altri tipi di decorazioni oggi perdute. In alto, è presente una targa che riporta il nome della Santa a cui la cappella è dedicata. Risulta evidente come l’intera struttura fosse esternamente stuccata, ma la decorazione si presenta in pessimo stato di conservazione. Nella parte posteriore è visibile un piccolo campanile innestato al corpo della struttura.
All’interno, sono presenti alcuni affreschi policromi e un piccolo altare.

Chiesa di Gesù Maestro zona Fornaci

Via San Felice 1, 10092 Beinasco

La storia della parrocchia “Gesù Maestro” di Fornaci è strettamente collegata a quella del quartiere, cresciuto dagli anni Cinquanta in poi. La struttura che ospita l’attuale chiesa era in origine una fornace di mattoni, denominata “Fornacetta” ed edificata agli inizi del Novecento.
Nel 1971 venne costruito il sottochiesa su progetto dell’architetto Michele Berardo e i lavori di costruzione vennero portati a termine nel 1979.
La chiesa è a pianta rettangolare e ad aula unica e la struttura portante – moderna – è costituita da travi e pilastri in calcestruzzo armato. L’ingresso principale si trova in posizione sopraelevata rispetto al piano di calpestio esterno, ma è raggiungibile attraverso la scalinata inquadrata da due volumi a forma di parallelepipedo in calcestruzzo armato.
L’ingresso principale è coperto da una pensilina a due falde con una struttura composta da pilastri e travi in acciaio con tamponamenti in vetro.A destra di quest’ultimo si trova un campanile a pianta quadrangolare, con tamponamenti murari realizzati in mattoni a vista e la parte inferiore intonacata di bianco con incisioni orizzontali che rievocano blocchi litici lavorati a bugnato.
In corrispondenza del punto di innesto del coronamento è presente una grande croce di colore giallo che si ripete uguale su tutti i lati.

Monumenti ai caduti di Franco Garelli

Strada Torino 23, 10092 Beinasco

Nel 1965, in occasione del ventennale della fine della guerra, il Comune incaricò lo scultore Franco Garelli di progettare un monumento dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale. Secondo le parole di Garelli, il monumento presenta a sinistra una grande parete lacerata in molte zone e con numerose feritoie, a destra una grande parete scanalata, con al centro le ali della Vittoria e della Pace. All’interno del monumento sono riportati i nomi dei caduti. All’inizio degli anni Sessanta lo scultore progettò un nuovo studio a Beinasco dove si trasferì inaugurando una nuova fase di intensa sperimentazione tecnica e formale, ben visibile nel monumento ai caduti beinaschese. Le opere dell’ultima fase si collocano nell’orizzonte della nuova scultura minimalista europea e nordamericana, senza dimenticare però suggestioni dalla dimensione del quotidiano care alla pop art. Dal 1977 lo studio del Garelli a Beinasco è stato trasformato in museo. Un gruppo di sue opere è conservato presso la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino.

Polo culturale Bruno Zevi

Strada Torino 19, 10092 Beinasco

La ex Biblioteca Nino Colombo di Beinasco (TO), disegnata dal noto architetto Bruno Zevi, rappresenta la prima e unica realizzazione del modulo prefabbricato derivato dalla Biblioteca civica Luigi Einaudi di Dogliani. Quest’ultima, anch’essa opera di Zevi, avrebbe dovuto dare vita in tutta l’Italia a una rete di edifici analoghi, all’insegna della massima funzionalità e della minima spesa, per la diffusione della cultura e della lettura nei comuni medi e piccoli. Nel conferire l’incarico, lo stesso Einaudi ne precisa i principi conduttori: prefabbricazione, per ottenere bassi costi; libero montaggio degli elementi prefabbricati; posizionamento strategico nel tessuto urbano. Tali principi si manifestano a Dogliani, creando una sorta di passeggiata tra i libri, ben visibili anche a Beinasco. All’interno scaffalature sospese e scorrevoli consentono la massima flessibilità funzionale: spazi per la lettura, il gioco dei bambini, l’ascolto della musica, conferenze e concerti. All’esterno, le fasce aggettanti e protese, di matrice wrightiana, utilizzate come scaffali, favoriscono, attraverso la piena visibilità dei libri, la massima osmosi tra interno ed esterno.

Polo culturale Bruno Zevi

Strada Torino 19, 10092 Beinasco

La ex Biblioteca Nino Colombo di Beinasco (TO), disegnata dal noto architetto Bruno Zevi, rappresenta la prima e unica realizzazione del modulo prefabbricato derivato dalla Biblioteca civica Luigi Einaudi di Dogliani. Quest’ultima, anch’essa opera di Zevi, avrebbe dovuto dare vita in tutta l’Italia a una rete di edifici analoghi, all’insegna della massima funzionalità e della minima spesa, per la diffusione della cultura e della lettura nei comuni medi e piccoli. Nel conferire l’incarico, lo stesso Einaudi ne precisa i principi conduttori: prefabbricazione, per ottenere bassi costi; libero montaggio degli elementi prefabbricati; posizionamento strategico nel tessuto urbano. Tali principi si manifestano a Dogliani, creando una sorta di passeggiata tra i libri, ben visibili anche a Beinasco. All’interno scaffalature sospese e scorrevoli consentono la massima flessibilità funzionale: spazi per la lettura, il gioco dei bambini, l’ascolto della musica, conferenze e concerti. All’esterno, le fasce aggettanti e protese, di matrice wrightiana, utilizzate come scaffali, favoriscono, attraverso la piena visibilità dei libri, la massima osmosi tra interno ed esterno.

Torre Urbica o Torre Campanaria

Piazza Sella 3b, 10060 Candiolo

L’intervento di restauro ha interessato le facciate e il piano terreno della Torre civica Campanaria, il più antico tra i beni architettonici attualmente visibili nel Comune e che sono sopravvissuti al tempo e alle vicende storiche del paese. Situata nel centro storico dell’abitato, la torre è quanto rimane delle antiche mura di ingresso al ricetto della Commenda di Malta e si trova compresa tra due edifici che sorgono lungo quello che fu il tracciato di queste mura.
Prima dell’intervento la torre si presentava con diversi degradi ascrivibili soprattutto alle precipitazioni atmosferiche e alle intemperie in generale nonché con segni evidenti di atti vandalici.
I lavori hanno risanato le parti più degradate per riportare il monumento al suo aspetto originario.

Castello di Parpaglia

Case sparse – Cascina Parpaglia, 10060 Candiolo

Il Castello di Parpaglia è una delle rare preesistenze medievali del territorio composito e ricco del parco di Stupinigi. Strettamente connesso con la cascina Parpaglia, attualmente abitata e sede di aziende agricole e lavoratori contadini dei campi circostanti, ha necessità urgente di essere messo in sicurezza e di essere recuperato e riportato a splendere. L’epoca precisa di edificazione della fortificazione si perde nel tempo benché sia probabile che la sua nascita corrisponda alla metà del XII (XIII) secolo. Il nobile Willelmus già presente nel 1199 e proprietario di beni in Candiolo, fu il primo Signore del luogo. Derivante dai Parpaglia del casato dei Signori di Revigliasco, località della Collina di Torino, apparteneva al valoroso Ordine dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme, ovvero, gli ospitalieri. Candiolo comparì come Priorato della Commenda dell’Ordine dei Gerosolimitani nell’anno 1358 che successivamente, 1530, divenne l’attuale Ordine di Malta, sebbene fossero presenti molti beni allodiali. La proprietà passò più volte di mano, finché il marchese Perrachini Bonaventura di Cigliano la vendette al Regio Patrimonio, nel 1760. Dopo un breve intervallo, causato da Napoleone Buonaparte, passò in mani private e vide tra i proprietari anche il sig. Giuseppe Francesco Agnelli, il castello e la tenuta tornarono a far parte della Commenda Magistrale di Stupinigi dell’Ordine del Mauriziano. Ora è proprietà regionale. Fino a qualche decennio fa il castello era abitato e le pareti della torre conservavano affreschi di dame e soldati.

Chiesa San Giovanni Battista

Piazza Riccardo Sella, 10060 Candiolo

La primitiva chiesa del paese fu la chiesa della Madonna della Spina, che apparteneva all’Ordine di Malta e che è menzionata come parrochialem sub titulo Sancte Marie loci Candioli negli atti relativi alla visita compiuta nel 1584 da monsignor Peruzzi.
Nel 1713 questo luogo di culto venne sostituito dalla nuova parrocchiale neoclassica dedicata a San Giovanni Battista, la cui costruzione fu finanziata da fra’ Marcello Sacchetti.
Il cimitero, che un tempo sorgeva attorno alla chiesa, venne spostato fuori dal centro abitato nel 1836 e nel 1842 la parrocchiale fu ampliata con l’edificazione delle navate laterali; nel 1881 si provvide a prolungare la struttura di otto metri e a realizzare la facciata.
Nel 1967, in ossequio alle norme postconciliari, la parrocchiale venne dotata dell’ambone e dell’altare rivolto verso l’assemblea; nel 1979 fu condotto un intervento d’impermeabilizzazione dei muri esterni
Esterno
La facciata a salienti della chiesa, rivolta a nordovest, si compone di tre corpi: quello centrale, scandito da quattro semicolonne d’ordine composito sorreggenti il frontone triangolare, presenta il portale d’ingresso architravato e un dipinto con soggetto San Giovanni, mentre le due ali laterali, abbellite da paraste con capitelli corinzi, sono caratterizzate da due tondi con sacre raffigurazioni e coronate da semitimpani.
Annesso alla parrocchiale è il campanile a pianta quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto e coperta dal tetto a quattro falde
Interno
L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate da pilastri sorreggenti degli archi a tutto sesto, sopra i quali corre la trabeazione aggettante e modanata su cui si imposta la volta a botte; al termine dell’aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di due gradini, ospitante l’altare maggiore in marmi policromi e chiuso dall’abside semicircolare.
L’opera di maggior pregio qui conservata è la pala dell’altare maggiore, il cui soggetto è San Giovanni Battista.